La madre sua, compagna ai canuti anni,
bianca per tarda età, quando il delirio
demente udrà del figlio, udrà gli affanni,
ahimè, ahi, non i gemiti
di flebile usignolo,
misera, leverà,
anzi le melodie d'acuto duolo;
e di mani un piombar sul seno stanco
udrai, le chiome svellere
vedrai del crine bianco
Aiace di Sofocle
venerdì 20 novembre 2009
In cuor nutro il presagio ch'io scenderò dell'Ade le buie orride strade.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento